Stanza n.5

Antonio sbuffò, ritrovandosi finalmente davanti a quella semplice porta di legno che in questo momento gli ricordava tanto il paradiso. Durante la cerimonia d'inizio anno il preside ed il vice preside avevano spiegato (chi più e chi meno) il funzionamento della scuola e tutte le sue regole. Quindi un alunno diligente non avrebbe avuto problemi a trovare subito la sua stanza. Il problema era che Antonio di certo non era un alunno diligente. Il giorno prima aveva fatto le ore a piccole nel bar dove lavorava per mantenersi gli studi e a fine turno si era trattenuto più del dovuto per qualche bicchieruccio (o brocca) di Sangria. Il risultato? Il desiderio di siesta, solitamente presente dopo pranzo, si era manifestato durante la cerimonia, spingendolo dritto tra le braccia di Morfeo. Fortunatamente due ragazzine avevano la trovato la visione del bello addormentato tremendamente affascinante, e l'avevano coperto agli occhi vigili dei professori. Ma proprio a causa di quel sonnellino a fine cerimonia si era ritrovato da solo nel bel mezzo di una folla di adolescenti e adulti urlanti e scalpitanti che correvano verso i propri alloggi. Antonio aveva cercato di fare la strada insieme a Romano - ah Lovi, quel giorno era stato particolarmente adorabile con quel musetto imbronciato - o a Arthur - no, lui era stato decisamente meno adorabile - ma entrambi erano spariti prima che Antonio si potesse avvicinare. Dopo una lunga avventura che l'aveva portato nei dormitori femminili(dove aveva ricevuto un paio di richieste indecenti), nella biblioteca ed in un posto non ben identifico l'ispanico finalmente si ritrovò davanti a quel piccolo pezzo di paradiso chiamato porta. Estrasse la chiave dalla tasca dei jeans ed entrò subito, abbandonando le valigie sul pavimento e buttandosi a peso morto su uno dei due letti. Solo allora si concesse di guardarsi attorno, ammirando la stanza spaziosa ed elegantemente arredata. Si mise a sedere sul letto sfilandosi la T-shirt ormai sudata, osservando l'altro letto. Ormai era da escludere che il suo coinquilino sarebbe stato uno tra Lovi e il sopracciglione, quindi con chi avrebbe diviso la camera?

Il ragazzo come al solito di era perso,cercando di trovare la sua camera.
Ma non era totalmente sua la colpa,quella scuola era davvero immensa!
Dopo un giro totale della scuola riuscì finalmente a trovare la sua camera: la numero 5. Era stata sempre davanti ai suoi occhi tutto il tempo e non l'aveva notata,"Che idiota!" pensò.
Prese la chiave che aveva nelle tasche ma prima di metterle nella serratura si accorse che la porta era socchiusa,evidentemente qualcuno era arrivato prima di lui.Il che era naturale,dopo tutto quel tempo trascorso a cercare la camera... A quel punto,sbattè la porta per aprirla e vide una camera bella spaziosa,gli sembrava essere da solo,ma appena si sedette sul letto,stanco per la lunga ricerca,vide un altro ragazzo seduto sul letto opposto.
"Ciao,io sono Dimitri." E dicendo questo,lo guardò.

Edited by NightMareMoon; - 10/8/2012, 14:51

Antonio sobbalzò voltandosi verso la porta per osservare il suo nuovo coinquilino. Non era né Arthur né Romano, ma un ragazzo che non aveva mai visto prima. Lo spagnolo si alzò avvicinandosi a lui «¡Hola amigo!» Sorrise. Sebbene farsi trovare a petto nudo e sudaticcio e con i proprio bagagli ancora a terra non fosse il modo ideale per accogliere una persona il ragazzo ci teneva a fare buona impressione su colui con cui avrebbe condiviso la stanza per molto tempo. «Io sono Antonio, piacere di conoscerti!» Esclamò porgendogli la mano, per poi guardandosi attorno imbarazzato. «Scusa per il disordine ma sono appena arrivato... Ho girato tutto l'istituto prima di riuscire a trovare questa stanza e come prima cosa mi sono voluto riposare... Ma ora metto tutto in ordine!» Sorrise di nuovo, sperando che il suo nuovo coinquilino non fosse particolarmente pignolo sull'ordine e la pulizia.

"Pfff...Fà come vuoi." Disse stendendosi sul letto.Era davvero stanco,dopotutto arrivava da molto lontano.
"In ogni caso..."continuò "Anche io mi sono perso,a dirla tutta.Questa scuola è decisamente troppo grande e dire che non c'è molta gente...Lo trovo tanto strano."Dicendo questo,si striracchiò.Aveva davvero molto sonno.

Ok, aveva capito che il suo nuovo compagno di stanza non era particolarmente cordiale o loquace, ma magari con il tempo si sarebbe dimostrato più gradevole. Antonio sollevò le proprie valigie posandole sul letto ed iniziando a tirar fuori il loro contenuto. «Sì hai ragione... Io ho cercato disperatamente di raggiungere Lovi o Arthur ma li ho persi subito di vista...» Sbuffò, riponendo una maglietta de La Roja nel proprio armadio, con particolare cura. «Oltre loro non conoscevo nessuno... Tu invece? Hai già degli amici?» Chiese continuando a riporre magliette e jeans nell'armadio con sempre meno cura, desideroso di fare conversazione.

"A-Amici...?Perchè dovrei averne?"Disse rialzandosi dal letto e alzandosi all' impiedi."Sarebbe una perdita di tempo."E dicendo ciò guardò l' altro ragazzo dritto negli occhi,poi scosse la testa e sospirò.Si sentiva così stupido.

«Perché dici così?» Chiese shockato. Come poteva esistere qualcuno che non desiderava avere almeno un amico? Certo, lui era spagnolo, e gli spagnoli sono noti per la loro socievolezza (anche se quella di Antonio a volte era davvero esagerata) mentre lui veniva dalle fredde terre della Bielorussia. Ma... Una perdita di tempo? Antonio probabilmente sarebbe impazzito dopo nemmeno un'ora in un mondo senza amici!

«Scommetto che hai solo bisogno di trovare gli amici giusti!»

Esclamò infine, trovando una nuova motivazione. Non avrebbe lasciato che il suo compagno di stanza sarebbe rimasto senza amici ancora a lungo. Ormai era deciso, il suo nuovo scopo era quello di far socializzare Dimitri!

"Gli amici non servono.Ti dico solamente questo."Disse ciò con aria molto seria,quasi da far paura.
"Saranno sempre pronti a sbarrarti la strada,qualunque cosa tu faccia.Preferisco fare tutto da solo."
Si aggiustò i capelli dicendo ciò.Si sentiva leggermente imbarazzato da quello che aveva detto e voltò la testa verso la finestra della camera,sempre toccandosi i capelli per la vergogna.

«Beh questo è vero...» Ammise, abbassando lo sguardo e iniziando a giocherellare con il lembo della sua T-Shirt, per poi sorridere rialzando il capo. «Ma non sempre! Gli amici sono anche elementi preziosi che ti aiutano ad andare avanti!» Si alzò avvicinandosi rapidamente al suo compagno di stanza. «E sono pronto a dimostrartelo, ti va di essere mio amico?» Chiese porgendogli la mano, con un sorriso solare stampato sulle labbra.