«Sawada Riku» |
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| Figuriamoci se se lo lasciava scappare. Proprio lui, il presidente del consiglio studentesco, con la responsabilità di far filare tutto liscio ed evitare che qualsiasi studente, qualsiasi, possa far qualcosa che vada contro il regolamento scolastico, quale bidonare le lezioni. Stava esattamente seguendo con particolare interesse una lezione sulla propria lingua quando, per pura casualità, vide aggirarsi furtivamente per i corridoi una persona che conosceva fin troppo bene per credere che fosse semplicemente diretta in bagno. Antonio Fernández Carriedo. Come avrebbe potuto perdere un'occasione del genere per fargli una bella ramanzina? Perché sì, Arthur era totalmente sicuro che la sua passeggiata non si sarebbe limitata a quei 5 minuti da passare in bagno per riprendersi e sciacquare il suo perfetto viso spagnolo. Chiese quindi il permesso per uscire dall'aula con una misera scusa e, aggiustata la fascia da membro del consiglio studentesco, si avviò verso quelle che sembravano le scale che portavano al tetto. In verità aveva visto soltanto in che direzione era andato e, teoricamente, non avrebbe potuto né dovuto sapere verso dove era diretto, ma stiamo parlando di Antonio, e figuriamoci se l'inglese non aveva idea di dove la sua mente semplice e pigra l'avrebbe potuto portare. Arrivò in poco tempo davanti alla porta del terrazzo, evitando di farsi vedere dalle bidelle che, nonostante avrebbero dovuto fare il loro lavoro, stavano parlando animatamente di chissà quale bellezza occidentale -a quanto sentiva-. Abbassò con delicatezza la maniglia, trovando resistenza dall'altra parte, ma dopo qualche spinta più forte riuscì a scostare quel che bloccava la porta, riuscendo finalmente a scorgere le mattonelle del terrazzo, illuminato dalla luce del sole. Silenzioso e calmo varcò quella porta mal tenuta chiusa, alzando gli occhi al cielo quando vide le chiavi ancora nella serratura, bellamente ignorate dal colpevole di quello spiacevole misfatto (?) e, richiusa la porta con la stessa delicatezza con cui era entrato, si mise a cercare lo spagnolo, sicuro di trovarlo lì da qualche parte. E infatti eccolo, seduto beatamente a terra, nell'unico posto all'ombra del terrazzo, schiena contro il muro e, ovviamente, con nessuna intenzione di tornare in classe. Incrociando le braccia davanti a sé si appoggiò con la schiena proprio a quel muro, aspettando pazientemente di essere notato, l'espressione scocciata e irritata che tradiva ogni più oscuro pensiero che, in quel momento, poteva passare per la testa del biondo.
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